domenica 5 giugno 2022

Recensione "Il giocatore" di Fedor Dostoevskij

 


Prima di tutto devo dire che onestamente non sono la persona più adatta per commentare un capolavoro del genere. Un così alto maestro merita commenti da persone più preparate di me, tuttavia, dopo aver letto questo romanzo uscito nel 1866 e scritto da Dostoevkij in soli 28 giorni e soltato perché pressato dalla sua casa editrice e dai suoi debiti di gioco (si Dostoevskij era un giocatore dipendente) ci sono alcune cose che saltano subito all'occhio.
Il tratteggio deciso, senza ombre, del vizio del gioco d'azzardo nella fittizia cittadina tedesca di Roulettenbourg dove attorno ai suoi tavoli da gioco si avvicenda tutta la più svariata umanita. Dal Principe al contadino, tutti in preda alla febbre e al brivido del gioco, tutti pronti a scommettere fino all'ultima moneta per poi sprofonade nell'abbisso.
In secondo luogo un ritratto, anchc'esso privo di sfumature, della percezione della popolazione europea da parte dei russi di fine ottocento.
Ed ecco che incontriamo l'odiato e manipolatore francese, il buon gentleman inglese, il polacco scorretto e l'italiano che tra tutte queste meschere vvivide e tridimensionali si trova sullo svondo, neutro e appena accennato.
Un romanzo dettato in 28 giorni che è riuscito non solo a trovare il proprio spazio vitale ma che addirittura è divenuto un capolavoro immortale.
Buona lettura,

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