Per la quarta volta Daniel Graig torrna a vestire i panni dell'iconica spia creata da Ian Flaming James Bond. Una spia un po' invecchiata di certo ma del resto gli anni passano per tutti e quindi non potrebbe essere altrimenti.
Infatti, e questo è davvero un incipit fin troppo scontato, Bond è in pensione, deluso e amareggiato in quel di Cuba, quando viene convinto a ributtarsi nella mischia in modo che possa chiudere tutti i conti in sospeso.
Sinceramente mi sarei aspettato qualcosa in più, ma in fin dei conti questa è solo una premessa.
Un film che si snoda attraverso nazioni differenti con inseguimenti e sparatorie differenti ma tutte in pure stile 007 in compagnia di Bond, di "M" (Ralph Fiennes) di "Q" (Ben Whishaw) del nuovo agente speciale 007 Nomi (Lashana Lynch) e di un super cattivo di nome Lyutsifer Safin (Rami Malek).
Già un super cattivo che mi dispiace dirlo sembra un po' troppo bi dimensionale. Un vero peccato perché Rami Malek, che abbiamo imparato a conoscere come il protagonista della serie "Mr, Robot" o nei panni di Freddie Mercury in "Bohemian Rhapsody" è un attore molto dotato che però secondo me non ha reso giustuzia al personaggio del cattivo Safin. Alla fine non lo si odia abbastanza ma non si crea nemmeno un certa empatia come a volte accade con alcuni cattivi.
Buona Visione.