sabato 31 ottobre 2020

Recensione "Strade insanguinate" di Stuart MacBride



Il poco più che cinquantenne Stuart MacBride, srittore scozzese di nascita, ha già superato i quindici romanzi pubblicati i più famosi dei quali si intrecciano con la vita e le esperienze del prima sergente e poi ispettore Logan McRae. Anche "Strade Insanguinate" fa parte del questo filone. 

All'interno di questo romanzo "Giallo-thriller", oltre ad un intreccio di strorie e di cadaveri, c'è anche uno spaccato molto vero della Scozia (almeno quella di Aberdeen), fatto di campagne e di pioggia, di freddo, di tiepido sole e di cieli tersi.

Ma non è ancora tutto. Stuart MacBride sa essere cinico, spietato, diretto ma anche leggero e nelle sue pagine si ritrova piacevolemente il tipico humor inglese. "Stade insanguinate" è coinvolgente con diversi colpi di scena, indagini difficili che spesso sembrano tornare al punto di partenza, anche se non è così e un finale dal ritmo serrato. Insomma c'è tutto quello che ci si aspetta di trovare in un buon thriller. Tutto tutto non direi.....

Anche se ho letto tutto di un fiato questo libro devo dire che in tutta onesta mi sarei aspettato di trovare un cattivo ben delineato, che fosse da ostacolo alle indagini e che fosse pericoloso in qualche modo per il protagonista (o per chi gli sta accanto). Invece Stuart MacBride ne ha fatto a meno.

Una sua scelta, certo, ma che forse toglie qualcosa alla trama negandoci una controparte degna di questo nome e che, in questo modo, spinge "Strade insanguinate" nella direzione del "Giallo" discostandolo decisamente dal "Thiller" (anche se sulla copertina viene definito proprio così).

Buona lettura.

 

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