sabato 26 dicembre 2020

Recensione "Bushido, la via del guerriero"

"Se conosci il tuo avversario e conosci te stesso, potrai combattere cento volte e cento volte vincerai".

Questo è ciò che è scritto nella quarta di copertina di questa raccolta che ci spiega che cosa significhi essere un samurai e curata da Marina Panatero e Tea Pecunia, e lo fa attraverso, non solo una conologia accurata dei più famosi e potenti Daimio, a cui i samurai giuravano fedeltà fino alla morte, ma anche e soprattutto mediante gli stessi samurai che attraverso le loro scuole di spada e i saggi hanno tramandato alle generazioni future l'essenza stessa dell'essere un samurai.

Una storia millenaria che si dipana tra diversi regni e periodi più o meno illuminati con al centro lui, il guerriero votato alla disciplina, alla fedeltà e alla morte. Ma anche il guerriero meditativo, quello che col passare degli anni spesso si rifugia in un monastero, o ne fonda uno lui stesso, che si dedica alla preghiera e all'insegnamento.

La via del guerriero o "Bushido" è il raggiungimento della perfezione dell'essere un samurai, in molti negli anni hanno intrapreso la Via e alcuni hanno cercato di tramandare ai posteri come intraprendarla.

"Ho scoperto che la Via di un samurai è la morte. Quando devi scegliere tra la vita e la morte, è necessario scegliere subito la morte. L'essenza del Bushido è essere pronti a morire, giorno e notte, in ogni istante. Quando un samurai è sempre pronto a morire, è padrone della Via."

Yamamoto Tsunemoto
 

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