domenica 5 settembre 2021

Recensione "La direttiva" di Robert Ludlum

 


Qualcuno potrebbe meravigliarsi del fatto che un autore morto nel 2001 possa continuare a sfornare libri con questa cadenza; un libro ogni due anni. Qualcuno potrà pensare che, come già accaduto per altri autori, e come in parte accadrà anche allo stesso Ludulm col passare degli anni, dietro a queste nuove uscite possa nascondersi un giovane autore e che di Robert Ludlum ci sia solamente la firma. 
A questo proposito possiamo dire che Ludlum è stato fin dagli esordi, nei primi anni settanta, un autore molto prolifico, al punto che agli inizi della carriera per poter pubblicare un libro all’anno, tanto scriveva e ha continuato a scrivere, ha dovuto usare alcuni pseudonimi. Quindi questo romanzo uscito postumo non ci meraviglia più di tanto.
Ciò che ci meraviglia invece è lo stile che Ludlum ha usato in questo libro che sembra leggermente sottotono e alcune volte persino ripetitivo. Fortunatamente la storia, un fitto intrigo internazionale come nelle corde dell’autore, è avvincente e, purtroppo come accade fin troppo spesso nei romanzi di Ludlum, credibile. 
La storia gira tutta intorno a Paul Janson, ex militare poi passato al controspionaggio, che arrivato alla soglia della mezza età abbandona la sua vecchia vita e inizia a collaborare con una serie di grandi industrie americane che gli affidano l’organizzazione della loro sicurezza interna. Sullo sfondo il ricordo della guerra. Tuttavia, in modo del tutto inaspettato, Paul Janson è costretto ad affrontare una nuova missione, salvare Peter Novak, premio Nobel per la pace che in passato gli salvato la vita in Libano ma che ora è in mano ad un pericoloso terrorista che si fa chiamare "Il Califfo".
Dopo mille peripezie Paul Janson riesce a trovare il suo amico e a sottrarlo a "Il Califfo", ma appena l'aereo che doveva portare in salvo Peter Novak decolla un missile lo abbatte.
Ecco, questa è solo l'introduzione alle oltre settecento pagine de "La direttiva" che il mestro e signore indiscusso dell'intrigo internazionale ci regala ancora una volta.
Buona lettura.

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