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Josè
Sanchez raccontò a Silvia di come aveva avvicinato il Colonnello
Ludy e di come lo aveva in qualche modo raggirato estorcendogli le
informazioni che riguardavano gli spostamenti della squadra Delta in
cambio di alcune informazione riservate che coinvolgevano suo
fratello.
“Quando
iniziammo il nostro esperimento ne io ne il Dottor Garlin sapevamo
con certezza a cosa avrebbe portato, come sarebbe andata a finire.
C’erano decine di incognite, soprattutto tra le pieghe della
coscienza più profonda. Nessuno aveva mai tentato qualcosa del
genere. L’incognita più grande era il possibile rigetto delle
personalità. Se ciò fosse avvenuto la creatura avrebbe iniziato a
sviluppare una serie di realtà, di coscienze e di ricordi
sovrapposti, paralleli e incoerenti. Tutto questo lo avrebbe portato
alla pazzia. Come purtroppo è avvenuto. “E se una
delle tante componenti avesse preso il sopravvento sulle altre?”
Silvia Regi voleva solo una conferma che quanto gli aveva detto
Garlin poche sere prima non fosse solo frutto del delirio di un
vecchio pazzo. Insomma aveva letto la memoria del cilindro, ma poteva
essere tutto falso per quel che ne sapeva.
“Si, è
una ipotesi. Ma quale sub-incoscio, quale personalità riemergerebbe?
Questo non lo sappiamo. Dottoressa Regi come avete fatto a catturare
la creatura dopo così tanto tempo?”
“Praticamente
si è lasciato catturare.”
“Non ha
opposto resistenza?”
“No, quasi
per niente”
“Allora
come si è procurato le ferite sul petto?”
“Auto-inferte.
Ne sono certa.”
“Mmm.”
Silvia Regi
spiegò ai due uomini in che modo fosse riuscita a capirlo e di come
fosse disposta a tutto pur di aiutare l’ES01.
“E'
evidente che sta soffrendo e che il suo intento è quello di mettere
fine alle proprie sofferenze. Arrivati a questo punto non ci rimane
altro che aiutarlo e dare finalmente un po di pace alla creatura.”
“Forse
possiamo ancora fare qualcosa.” A questo punto non aveva più nulla
da perdere. Non si fidava di quei due ma forse poteva sfruttarli per
portare a termine ciò che aveva iniziato.
Josè
Sanchez le lanciò uno sguardo interrogativo.
“Prima
però voglio sapere una cosa. Come mai una scienziato come il dottor
Garlin ha gettato all’aria decenni di ricerca a favore dell’umanità
per sottostare ad una organizzazione come gli SSFT?”
“Per i
soldi, per cos’altro sennò. Non mi fraintenda il dottor Garlin non
è mai stato interessato ai soldi per un suo uso personale. Tutte le
donazioni che ha ricevuto. Tutte le raccolte fondi che ha
organizzato. Ogni singolo centesimo è stato utilizzato a favore
della ricerca.” Si passò la mano aperta lungo in cranio calvo “Ma
certe ricerche costano tanto. Troppo per chi non ha una
organizzazione forte alle spalle. Così si fecero avanti gli SSFT.
Avevano compreso le potenzialità delle ricerche che stavamo portando
avanti e non volevano farsi scappare questa grande opportunità.
All’inizio ci diedero tutto ciò che ci serviva senza chiedere
nulla in cambio.”“I servizi
segreti non fanno mai nulla per nulla. Lo sanno tutti.”
“Vero
Silvia. Posso chiamarla Silvia?”
Fece un
segno di assenso con la testa.
“Infatti a
distanza di poco tempo iniziarono le prime pressioni, le prime
restrizioni e poi le minacce. In breve ci siamo accorti che tenevano
in pugno le nostre famiglie e di conseguenza anche noi.”
“L’ES01
è stata una loro richiesta?”
“Più o
meno. A loro serviva un super soldato. Un essere superiore in forza
intelligenza e coraggio e perché no anche in spietatezza.”Silvia aveva
lo sguardo perso nel vuoto, sapeva perfettamente a cosa sarebbe
servito un esercito di super soldati. Tuttavia neppure una agenzia
potente come gli SSFT avrebbe potuto portare avanti un simile
progetto senza dovere rendere conto alla Presidenza.
“Chi venne
a parlare con voi?”
“Io non lo
so. Chiunque fosse parlò direttamente con il dottor Garlin.”
“Ora mi
sento stanca se non le dispiace vorrei riposare e più tardi vorrei
vedere l’ES01.”
“Certo
Silvia riposi pure. L’effetto del trasporto molecolare dovrebbe
terminare a breve.” Si allontanò in direzione della porta “quando
si sentirà meglio si senta libera di fare ciò che vuole. Qui lei
qui è un ospite, la nostra nave è a sua completa disposizione.”
Non passò
molto tempo prima che l’effetto del trasporto molecolare svanì del
tutto. Finalmente era in grado di alzarsi dal lettino. Con calma uscì
dalla stanza. Il corridoio era stretto ma bene illuminato. Silvia
fece qualche passo poi si fermò davanti alla prima porta che si aprì
immediatamente. Al centro della camera, illuminata da due piantane,
una per lato, c’era il lettino medico speciale su cui era adagiato
l’ES01. Era ancora sotto anestesia. A destra, curvo sull’essere
c’era Hamal Omar Garlin. Con un aspiratore sonico stava tamponando
il fluido grigio rosso che ancora fuoriusciva dalle ferite sul petto.
“Lo hanno
trasformato in una animale senza anima e senza cuore.”
Il giovane
si voltò.“Lei sa
meglio di me che anche l’uomo era un animale e che è stata proprio
la sua mancanza di cuore a farlo prevalere su tutti gli altri
animali.”
“Si ma fin
dai primordi l’uomo ha compreso di avere un’anima, è questo che
ci ha elevati a rango di essere umani.”
La porta
alle spalle di Silvia sibilò.
“L’ES01
non è un animale.”
“Cosa
glielo fa pensare?”
Silvia Regi
si voltò verso Josè Sanchez che era appena entrato nella stanza.
“Quando
iniziammo gli esperimenti il dottor Garlin cercò di sviluppare
parallelamente una cura. No, non una cura, piuttosto un sistema per
interrompere il trattamento. Per bloccare l’assimilazione
cellulare.”
“Perché?”
Negli appunti che aveva letto c’erano delle lacune che sperava di
colmare.
“Vede
Silvia, quello che il dottor Garlin voleva creare non era un
super-uomo, un super-soldato ne tanto meno un ibrido uomo-animale, e
sicuramente non una nuova razza umanoide. Egli voleva solo creare un
essere più forte, che resistesse alle malattie, che ingannasse il
tempo e successivamente estrapolare da quel nuovo DNA i dati
necessari per creare delle nuove cure. Definitive che avrebbero
finalmente debellato ogni malformazione del genoma umano.”
“Dicono
tutti così, poi invece creano delle macchine da guerra.”
Josè
Sanchez fece finta di non sentire le parole della donna ”Ma non è
facile arrivare a dei risultati apprezzabili.” L’uomo si sedette
su una sedia posta all’angolo della stanza poi si passò la mano
sul cranio lucido. “Dopo una prima parte teorica dovevamo passare a
quella pratica. All’inizio si trattava solo di riuscire ad attivare
alcuni geni dormienti, cosa non facile ma non impossibile per
fortuna. Poi, però, dovemmo passare ai micro-innesti cellulari.
Facile a dirsi ma non certo semplice da realizzare. Ci vollero molti
tentativi prima avere dei risultati apprezzabili.”
“Cavie
umane?”
“No, non
cavie, volontari. Una ventina in tutto tra uomini e donne. Furono
loro a subire i primi micro-innesti.”
“Cosa
significa volontari. Siete stati voi a selezionarli?”
“No, il
Generale Carter, e ci assicurò che erano volontari del tutto
consapevoli.”
“Cosa
accadde dopo?”
Josè
Sanchez rimase in silenzio per alcuni secondi.
“Accadde
che in principio i micro-innesti furono rigettati. Purtroppo gli
innesti si trovavano all’interno delle cellule e una volta dentro
non c’è modo di estrarli. Così purtroppo parte dei volontari
morirono.”
“Li avete
uccisi.” Il tono della sua voce non ammetteva repliche. “Avranno
sofferto pene indicibili prima di morire. Come avete potuto.”
“A quel
punto del progetto non potevamo più tirarci indietro. Ci tenevano in
pugno.” Silvia Regi si era accorta che Sancez aveva iniziato a
usare il plurale. Il senso di colpa era forte anche lui.
“Il
generale Carter vi ha garantito che tutto sarebbe stato insabbiato.
Ogni fallimento. Ogni morte.”
“Si.”
Disse l’uomo dopo una breve pausa.
Silvia Regi
si avvicinò alla creatura addormentata sul tavolo. A quel punto non
era sicura di cosa doveva fare. L’ES01 si era trasformato da
assassino senza remore a creatura tormentata e sofferente, come
avevano dimostrato gli ultimi avvenimenti. Era evidente che stava
soffrendo. Cosa doveva fare? Cosa era meglio per lui? La cura che il
Dottor Garlin le aveva fatto avere non era mai stata testata. Nessuno
poteva garantirle che non lo avrebbe fatto soffrire ancora di più.
Forse aveva ragione Josè Sanhcez. Forse era meglio dare pace a
quell’essere una volta per tutte. Ma cambiò idea.
“Se ci
fosse una cura? Una terapia che permettesse di recuperare l’uomo
sepolto all’interno del mostro?”
“Credo di
sapere a cosa si riferisce dottoressa, ma dove siamo ora non è così
semplice. L’ES01 si trova in queste condizioni già da tempo. A
questo punto non credo sia possibile fare molto, come le ho già
detto, la cosa migliore da fare è dare pace a quest’essere una
volta per tutte.”
“Non ha
capito ciò che intendevo. Come reagirebbe l’ES01 ad una terapia a
questo punto della assimilazione? Soffrirebbe ancora di più di
quanto non stia già soffrendo?”
Sanchez si
alzò dalla sedia esi diresse verso il lettino medico. “Sta già
soffrendo molto dottoressa. Non credo che una terapia possa
peggiorare le cose, come non credo che ci possa essere una terapia
adeguata che possa migliorare le cose.”
“Il dottor
Garlin mi ha consegnato un cilindro di memoria con all’interno la
sua terapia di recupero.”
Hamal Garlin
si voltò di scatto verso i due.
“Tuo nonno
me l’ha consegnato poco prima di morire.”
“Conosco
la terapia di cui parla dottoressa che tra le altre cose non è
nemmeno una terapia vera e propria ma più che altro il tentativo di
un vecchio di espiare i propri peccati.”
“La
terapia esiste davvero. Il dottor Garlin deve essere riuscito a
perfezionarla. Forse è come dice lei, forse è solo il tentativo di
un vecchio in cerca di perdono, ma almeno ha cercato di fare
qualcosa. Lei come pensa di espiare i suoi peccati?” Uscì di
fretta dalla stanza. Aveva bisogno di tutto l’aiuto possibile se
voleva fare qualcosa per aiutare l’ES01 e scuotere un po’ gli
animi avrebbe aiutato entrambi.
Trovò i due
uomini seduti al lato opposto del lungo tavolo della sala riunioni.
Poco prima aveva ricevuto una comunicazione che l’invitava a
raggiungerli. Aveva seguito le indicazioni ricevute dal computer
della nave e in un paio di minuti era arrivata a destinazione.“La
discriminante alla base della terapia del dottor Garlin è che nel
soggetto la personalità di base possa riemergere dalla confusione e
dal groviglio delle multi personalità.”
“Si, lo
so. Sono certa che le ferite che si è auto inferto ne sia un chiaro
segno.”
“Ok,
ammettiamo che lei abbia ragione Silvia, la terapia resta comunque
una grande incognita. Non abbiamo idea a cosa dovremo andare
incontro. Potrebbe non essere efficace.” Scambiò un rapido cenno
di intesa con il giovane seduto al suo fianco, poi sprofondò nella
grande poltrona.
“Questo è
il cilindro di memoria.” Allungò la mano con sopra il piccolo
pezzo di metallo. Hamal Garlin lo afferrò e lo inserì nello slot
del computer integrato nel tavolo. Sullo schermo a luce liquida i
dati in memoria comparvero come per magia. Josè Sanchez si prese del
tempo per analizzare i dati.
“IdrosolubinaAH.”
disse infine.
Silvia Regi
e Hamal Garlin gli lanciarono uno sguardo interrogativo.
”E'
una specie di droga sintetica. Molto rara, soprattutto perché aveva
la spiacevole tendenza ad uccidere chi la usava. Per chi sintetizza
una droga del genere e per chi la spaccia non è certo lo scenario
migliore.”
“Si trova
ancora in giro?”
“Si,
dottoressa, è rara ma su alcuni pianeti si trova ancora. Tuttavia
per una terapia del genere ne servirà una quantità elevata.”
“Io so
come possiamo procurarcela.” Hamal Garlin si massaggiò la peluria
sul mento col palmo della mano.
“Tu cosa?”
la voce di Josè Sanchez risultò più stridula del necessario.
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