Quando scrivere è una passione allora scrivi. Non importa cosa, non importa come. Tu scrivi.
Recensione "Bar Sport" di Stefano Benni
Non so se per voi è lo stesso, ma io mi sono reso conto di una cosa. Non tutti i film invecchiano bene, alcuni sono sempre belli, alcuni meno, ma soprattutto un vecchio film lo riconosci subito. La regia, la fotografia, i dialoghi, è tutto diverso.
Invece un libro non invecchia mai. I grandi classici sono sempre attuali, sebbene anche il modo di scrivere sia cambiato col tempo, inoltre un libro lo puoi leggere a distanza di anni dalla data della prima uscita senza perdere nulla.
Questo è ciò che accade quando si inizia a leggere "Bar Sport" di Stefano Benni. La prima edizione risale addirittura al 1976 eppure questo libro non ha perso nulla della sua originale spinta emotiva e rimane qualcosa di assolutamente fantastico.
Uno spaccato di umanità, quella più semplice e umile, con un pizzico di divertente demenzialità. Un cocktail di umori, caratteri e personaggi che vivono all'interno del Bar Sport le ore del tempo libero in compagnia degli amici più cari (che bei tempi quelli).
Dentro al Bar puoi incontrare il "tecnico", famoso esperto di calcio (più o meno), il "playboy", che vive per lo più di storie inventate ma bellissime, il "cinno", il ragazzo di bottega sempre abraso per le numerose cadute dalla bici ma anche le vecchiette che tutto vedono e tutto sanno.
Insomma c'è tutta quella umanità vera che ci siamo perduti col passare del tempo, ma che, quelli vecchi come me, ancora ricordano.
Un capolavoro immortale di Stefano Benni che resta un punto fermo nella letteratura italia un po' come "la Luisona", una pasta che sta ferma all'interno della sua teca da tempo immemorabile, tanto da entrare anche a lei a fare parte della strampalata famiglia del Bar Sport.
Buona lettura.
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