Recensione di "Il segno dell'aquila" di Marco Butticchi


"Il segno dell'aquila" di Marco Buticchi

Come si fa a scrivere una recensione di un libro di avventura? Qual'è il limite da non oltrepassare per rendere interessante questa recensione senza esagerare e rovinare tutto?
Mi dispiace, non lo so.
Però so che "Il segno dell'aquila" è davvero un bel libro e non poteva essere altrimenti. Se Marco Butticchi è il principe dell'avventura italiana è proprio perché sa scrivere bene e soprattutto perché sa quello che scrive.
Come al solito l'autore ha diviso il libro in due storie collegate sottilmente da un filo sottile ma molto intrigante. Una storia è attuale mentre l'altra si svolge nel passato.
Quella attuale, come sempre e forse questa è la sua unica pecca, ha come protagonisti i soliti personaggi noti, quelli che accompagnato l'autore da sempre, che conosce bene, e che, almeno a me, purtroppo, hanno iniziato a stancare. Anche in questo libro, come in tutti quelli di Marco Buticchi, si viaggia molto. Medio Oriente, Italia, Brasile... seguendo una trama raffinata e spesso spietata che vede molti dei personaggi perdere tutto e arrivare fin quasi a perdere la propria vita all'inseguimento di una oscura organizzazione legata, ma non troppo, alla chiesa cattolica e che approfitta di questa sua posizione privilegiata per consumare un bieco e feroce traffico di organi umani. Il tutto sotto la guida attenta di un ex alto prelato che risponde al nome di Monsignor Fausto Denagua. (mi sa che ho detto troppo stavolta). Il pericolo, questa volta,  si nasconde dietro ogni angolo, in ogni ombra e non sarà facile uscirne vincitori.
Per il tuffo nel passato, invece, Marco Butticchi ha pensato di collocare il tutto ai tempi del settimo e ultimo re di Roma Tarquinio il Superbo e anche in questo caso l'autore ci fa viaggiare per tutto il mondo conosciuto all'epoca.
Si parla di Roma, ovviamente, ma anche della Grecia, della Persia che aveva da poco conquistato il quel regno d'Egitto (è qui che si svolgerà gran parte della storia) che non riuscirà più a rialzarsi (a breve anche Roma metterà le mani sull'Egitto quando finalmente espanderà il proprio impero dopo la morte di Cleopatra,  ultima discendente della famiglia di Tolomei e di Alessandro Magno.
Ma secondo me anche in questa parte della storia si può trovare una pecca.
Quale?
La sfortuna che perseguita il protagonista e i suoi amici, troppa sfortuna!
Tuttavia entrambe le storie sono ben delineate ed avvincenti e il libro si lascia leggere tutto di un fiato e ci coinvolge e ci spinge ad andare avanti nella lettura fino ad arrivare alla fine.
Ben fatto Marco Buticchi.

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