Recensione film "Capitan America: Civil War"





Questo è stato probabilmente il film più atteso del 2016, tredicesimo film della lunga saga degli Avengers e primo film della fase tre.
Nonostante ciò "Civil War", sebbene legato a doppio filo con l'intera saga, si può considerare quasi un film a se stante soprattutto per il taglio in regia dei fratelli Russo.
La regia ricalca, in maniera eccellente, lo stile "Spy Story", veloce diretta e con sequenze corte e mozzafiato, mentre la sceneggiatura ci mette di fronte al grande dilemma dei supereroi (per altro già trattata ad esempio ne "Gli Incredibili"). Fino a che punto ci si può spingere per difendere la giustizia e la libertà. Qual'è il confine da non superare. Si possono quantificare in qualche modo le persone sacrificabili, perché, per quanto impegno ci si possa mettere nel cercare di salvare tutti, qualcuno non ce la farà.
"Civil War" parla proprio di questo. Al di la dei due schieramenti che si affronteranno senza esclusione di colpi, uno a favore di un controllo totale sugli Avengers da parte di un ente superiore, le Nazioni Unite, (al momento lo S.H.I.E.L.D. non c'è più) mentre l'altro, invece, pronto a combattere pur di mantenere la propria libertà, e ad di la anche del "primo contatto" tra gli Avengers e Spider-Man, la domanda è decisa, pressante e duratura, una domanda nata molti anni fa più o meno nel 1945 quando furono sganciate le bombe atomiche sul Giappone.
Quante sono le persone sacrificabili pur di mantenere la pace o metter fine ad una guerra?
Buona visione.

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