Recensione di "La confraternita delle ossa" di Paolo Roversi



La foto dice tutto. Se sei in aereo e lo stai leggendo riesci a perderti tra le sue pagine lasciando il resto del mondo al di fuori.
Un thriller, così come un giallo, non è semplice da recensire, ma io voglio farlo lo stesso.
Inizia tutto a capodanno del 2011 (anno importante che ha ridisegnato gli equilibri mondiali) e finisce nel 2012 e con questo ho detto tutto, no?
No di certo.
In effetti ci sono altre cose da sottolineare. Ad esempio il fatto che l'autore ci trascina lentamente all'interno delle storia che poi riesce ad avvolgerci e a sconvolgerci con i suoi puntuali colpi di scena.
Ad esempio il fatto che i personaggi, dei veri personaggi tridimensionali e di spessore, si muovono dentro ad una Milano ben descritta ma che tuttavia rimane sullo sfondo e ci accompagna un po come gli sfondi sfumati dei quadri di Leonardo Da Vinci. Presenti, visibili, eppure non ingombranti e che danno ancora più risalto al soggetto in primo piano.
Insomma un libro bello, importante e soprattutto scritto benissimo e che ci fa capire che se in Italia tutti si sentono degli scrittori, me compreso, sono pochi, ma molto bravi, quelli che lo sono veramente come lo è Paolo Roversi.
Il resto lo lascio scoprire a voi, credetemi, non vi deluderà.
Ora non ci resta che affrontare l'ultima questione: "La confraternita delle ossa" e bello a tal punto da indurmi a comprare un altro libro dello stesso autore?
Si, senza alcun dubbio!
Buona lettura a tutti.

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