Robert Ludlum è il maestro indiscusso del thriller internazionale (per chi non riesce ad associare il suo nome a qualcosa di concreto ricordiamo che Robert Ludlum è il creatore del personaggio di Jason Bourne) e anche il mio autore preferito, quindi commentare un suo libro per me non è una cosa semplice.
Iniziamo così allora.
Perché alla fine del 2021 mi sono messo a leggere un romanzo pubblicato nel 1976 negli Stati Uniti e nel 1983 in Italia?
La risposta è semplice. Fino ad alcuni mesi fa credevo di aver letto tutti i libri scritti da questo autore, ma evidentemente mi sbagliavo. Qindi ho acquistato questo romanzo online (usato tra l'altro) e finalmente ho completato la librografia di Robert Ludlum, almeno spero.
Tornando a "Il treno di Salonicco" diciamo che è un romanzo ben strutturato che si sviluppa su un arco temporale di quasi quarant'anni che coinvolge persone a religioni.
Un romando in cui si sente la penna esperta di Ludlum, il suo inconfondibile modo di scrivere, ma che alla fine risulta un poco spento, opaco, e che per questo è uno di quei rari romanzi di Ludlum che meno riescono a coinvolgerci. Tuttavia è scorrevole e semplice e non si fa alcuna fatica a leggerlo fino in fondotutto d'un fiato.
Buona lettura.